Tour del Mare in provincia di Trapani
1° giorno: TRAPANI
Dopo l’arrivo a Trapani e la sistemazione presso l’alloggio prescelto, si consiglia di fare un bagno nelle piccole spiagge che circondano il lato nord del centro di Trapani. Una spiaggia, Caletta S. Liberale, si trova a pochi metri dalla Torre Ligny mentre l’altra scorge entrando da una delle antiche porte della città, Porta Ossuna o Serisso, o comunque sotto le antiche mura -Mura di Tramontana. Di certo, non viene meno la spiaggia che si trova a pochi metri dal Castello di Terra che tiene la particolarità di conservare detriti di corallo assumendone il colore e si estende fino a giungere quella di San Giuliano (Comune di Erice). Questi litorali incanteranno il turista poiché tra un bagno e l’altro, tra il relax sulla spiaggia, l’abbronzatura garantita e il tipico clima mediterraneo, potrà apprezzare un panorama naturale unico caratterizzato sia dalla presenza del possente Eryx (odierna Monte Erice – città della Scienza e della Pace) che sovrasta la città che dalle Isole Egadi (Levanzo, Favignana e Marettimo) che sembrano sospese tra il cielo e il mare. Altresì, un tuffo dalle piccole spiagge nelle zone suddette con l’aggiunta di una bella nuotata farà assaporare al visitatore uno scorcio della realtà storico culturale trapanese poiché:
- Torre di Ligny (Turrignì) é stata una torre di avvistamento spagnola. Fu realizzata dall’architetto Carlos de Grunenberg nel 1671 per ordine di Claudio La Moraldo, principe di Ligné e vicerè del Regno di Sicilia, e si presenta come una robustissima ma elegante torre di forma tronco-piramidale. Torre di Ligny è un monumento che riesce a far luce sul fluire della storia del Mediterraneo. Dal suo terrazzo è possibile ammirare un panorama spettacolare che incanta qualsiasi visitatore in qualunque stagione, infatti, la vista spazia da Capo San Vito a Erice, a Marsala, un’ampia veduta della città di Trapani, una suggestiva scogliera che divide il mar Tirreno dal mar Mediterraneo, mentre verso ovest si scorgono le isole Egadi ed il piccolo isolotto di Formica e infine l’antica fortezza medievale trapanese
- Castello della Colombaia, detta anche Torre Peliade o Castello di mare;
- Mura di Tramontana che erano parte della fortificazione perimetrale della città antica, furono erette durante la dominazione spagnola, nel Cinquecento. Di certo per beneficiare di uno degli scorci più emozionanti della città non può mancare la passeggiata lungo le dette mura che giungono fino al Bastione Conca e il cui prolungamento arriva al Bastione Sant'Anna o dell'Imperiale;
- Castello di Terra fu eretto nel corso del XII secolo sui resti di una fortificazione cartaginese e nell’ottocento fu ampliato e trasformato in caserma dai borboni.
Una volta scesa la sera, si consiglia una passeggiata presso il centro della città che si articola sia nelle vie principali di Corso Vittorio Emanuele, via Torrearsadove si trova la Torre di porta Oscura (Torre dell’Orologio), via Garibaldi che nei rispettivi vicoletti in modo da lasciarsi intrattenere dalla musica dei locali, quali pub e bar, e dai forti e dolci sapori della buona cucina dei vari ristorantini, ristopub, pizzerie, rosticcerie, pasticcerie e gelaterie. Storia, Cultura e Mare saranno compagni ideali di questo primo giorno.
Dopo l’arrivo a Trapani e la sistemazione presso l’alloggio prescelto, si consiglia di fare un bagno nelle piccole spiagge che circondano il lato nord del centro di Trapani. Una spiaggia, Caletta S. Liberale, si trova a pochi metri dalla Torre Ligny mentre l’altra scorge entrando da una delle antiche porte della città, Porta Ossuna o Serisso, o comunque sotto le antiche mura -Mura di Tramontana. Di certo, non viene meno la spiaggia che si trova a pochi metri dal Castello di Terra che tiene la particolarità di conservare detriti di corallo assumendone il colore e si estende fino a giungere quella di San Giuliano (Comune di Erice). Questi litorali incanteranno il turista poiché tra un bagno e l’altro, tra il relax sulla spiaggia, l’abbronzatura garantita e il tipico clima mediterraneo, potrà apprezzare un panorama naturale unico caratterizzato sia dalla presenza del possente Eryx (odierna Monte Erice – città della Scienza e della Pace) che sovrasta la città che dalle Isole Egadi (Levanzo, Favignana e Marettimo) che sembrano sospese tra il cielo e il mare. Altresì, un tuffo dalle piccole spiagge nelle zone suddette con l’aggiunta di una bella nuotata farà assaporare al visitatore uno scorcio della realtà storico culturale trapanese poiché:
- Torre di Ligny (Turrignì) é stata una torre di avvistamento spagnola. Fu realizzata dall’architetto Carlos de Grunenberg nel 1671 per ordine di Claudio La Moraldo, principe di Ligné e vicerè del Regno di Sicilia, e si presenta come una robustissima ma elegante torre di forma tronco-piramidale. Torre di Ligny è un monumento che riesce a far luce sul fluire della storia del Mediterraneo. Dal suo terrazzo è possibile ammirare un panorama spettacolare che incanta qualsiasi visitatore in qualunque stagione, infatti, la vista spazia da Capo San Vito a Erice, a Marsala, un’ampia veduta della città di Trapani, una suggestiva scogliera che divide il mar Tirreno dal mar Mediterraneo, mentre verso ovest si scorgono le isole Egadi ed il piccolo isolotto di Formica e infine l’antica fortezza medievale trapanese
- Castello della Colombaia, detta anche Torre Peliade o Castello di mare;
- Mura di Tramontana che erano parte della fortificazione perimetrale della città antica, furono erette durante la dominazione spagnola, nel Cinquecento. Di certo per beneficiare di uno degli scorci più emozionanti della città non può mancare la passeggiata lungo le dette mura che giungono fino al Bastione Conca e il cui prolungamento arriva al Bastione Sant'Anna o dell'Imperiale;
- Castello di Terra fu eretto nel corso del XII secolo sui resti di una fortificazione cartaginese e nell’ottocento fu ampliato e trasformato in caserma dai borboni.
Una volta scesa la sera, si consiglia una passeggiata presso il centro della città che si articola sia nelle vie principali di Corso Vittorio Emanuele, via Torrearsadove si trova la Torre di porta Oscura (Torre dell’Orologio), via Garibaldi che nei rispettivi vicoletti in modo da lasciarsi intrattenere dalla musica dei locali, quali pub e bar, e dai forti e dolci sapori della buona cucina dei vari ristorantini, ristopub, pizzerie, rosticcerie, pasticcerie e gelaterie. Storia, Cultura e Mare saranno compagni ideali di questo primo giorno.
2° giorno: SAN VITO LO CAPO
La seconda giornata potrebbe essere impegnata alla visita della famosa località turistica di San Vito Lo Capo. Basta un cappello e dell’abbondante crema solare per godersi fino in fondo un’intera giornata dedicata al mare e alla meravigliosa spiaggia bianca.
Dal 1998 la cittadina ospita l'ultima settimana di settembre il "Cous Cous Fest", rassegna internazionale di cultura ed enogastronomia del Mediterraneo dove 8 paesi: Costa d'Avorio, Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal e Tunisia, si affrontano proponendo il cuscus cucinato secondo la propria tradizione gastronomica.
Nel 2011 è stata eletta la migliore spiaggia italiana e l’ottava d’Europa.
Storia, cultura, spiaggia, mare ed enogastronomia rendono San Vito lo Capo unica nel suo genere. Ciò che qui interessa sapere è che giungere a San Vito Lo Capo vuol dire scoprire quel paradiso tropicale che caratterizza una parte della costa siciliana e che percorrere quel tratto di costa che da Trapani giunge fino a San Vito, significa incrociare una baraonda di profumi e di colori che insieme a scenari da paradiso naturalistico indimenticabile creano un incanto per i sensi. Infatti, percorrendo le frazioni di Pizzolungo, Bonagia (borgo costiero dove ha sede un'antica tonnara), Lido Valderice, Cornino, Castelluzzo e infine Makari, il visitatore rimarrà sicuramente conquistato sia dalla vista del mare e dai vari colori che vestono il rispettivo fondale che dal verde del Monte Erice e del Monte Cofano che sovrasta la Baia di Cornino, ancora, le calette di Baia Santa Margherita e di Makari che costeggiano il mare come quasi accarezzarlo fino ad arrivare al Monte Monaco che sovrasta San Vito lo Capo. Il Monte Monaco, ben visibile dall'antica tonnara di San Vito Lo Capo, prende il nome dalla particolare struttura che ricorda quella di un monaco in ginocchio con le mani giunte in preghiera e anticamente le sue cavità naturali erano antiche abitazioni. Mentre, il Monte Cofano è un promontorio montuoso di natura calcarea ed è un’area naturale protetta della Sicilia.
Questo e quello nel loro complesso diventano compagni inscindibili d’avventura e con un misto di colori e di profumi che sicuramente non mancheranno, guideranno il turista fino alla meta prefissata - San Vito Lo Capo.
Inoltre, il turista potrà essere incuriosito dalla vicenda che abbraccia la Stele d’Anchise, (eretta nel 1930) che si trova nella frazione di Pizzolungo e dove il famoso poema epico “L’Eneide” del filosofo e poeta Virgilio, narra che l’eroe troiano Enea approdò lungo queste coste quando morì il padre Anchise e dall’anno successivo giungendo nuovamente nelle medesime organizzò i giochi sportivi in memoria del padre. Per il forte legame che vi è tra Pizzolungo, storia, leggenda e realtà, la maggior parte delle vie portano i nomi di personaggi mitologici.
A calar della sera, quando la fame comincia a fare da padrona, si consiglia di soffermarsi nei suggestivi locali che circondano il paesino di San Vito Lo Capo rendendolo ancora più armonioso. Di certo, la buona cucina non mancherà.
La seconda giornata potrebbe essere impegnata alla visita della famosa località turistica di San Vito Lo Capo. Basta un cappello e dell’abbondante crema solare per godersi fino in fondo un’intera giornata dedicata al mare e alla meravigliosa spiaggia bianca.
Dal 1998 la cittadina ospita l'ultima settimana di settembre il "Cous Cous Fest", rassegna internazionale di cultura ed enogastronomia del Mediterraneo dove 8 paesi: Costa d'Avorio, Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal e Tunisia, si affrontano proponendo il cuscus cucinato secondo la propria tradizione gastronomica.
Nel 2011 è stata eletta la migliore spiaggia italiana e l’ottava d’Europa.
Storia, cultura, spiaggia, mare ed enogastronomia rendono San Vito lo Capo unica nel suo genere. Ciò che qui interessa sapere è che giungere a San Vito Lo Capo vuol dire scoprire quel paradiso tropicale che caratterizza una parte della costa siciliana e che percorrere quel tratto di costa che da Trapani giunge fino a San Vito, significa incrociare una baraonda di profumi e di colori che insieme a scenari da paradiso naturalistico indimenticabile creano un incanto per i sensi. Infatti, percorrendo le frazioni di Pizzolungo, Bonagia (borgo costiero dove ha sede un'antica tonnara), Lido Valderice, Cornino, Castelluzzo e infine Makari, il visitatore rimarrà sicuramente conquistato sia dalla vista del mare e dai vari colori che vestono il rispettivo fondale che dal verde del Monte Erice e del Monte Cofano che sovrasta la Baia di Cornino, ancora, le calette di Baia Santa Margherita e di Makari che costeggiano il mare come quasi accarezzarlo fino ad arrivare al Monte Monaco che sovrasta San Vito lo Capo. Il Monte Monaco, ben visibile dall'antica tonnara di San Vito Lo Capo, prende il nome dalla particolare struttura che ricorda quella di un monaco in ginocchio con le mani giunte in preghiera e anticamente le sue cavità naturali erano antiche abitazioni. Mentre, il Monte Cofano è un promontorio montuoso di natura calcarea ed è un’area naturale protetta della Sicilia.
Questo e quello nel loro complesso diventano compagni inscindibili d’avventura e con un misto di colori e di profumi che sicuramente non mancheranno, guideranno il turista fino alla meta prefissata - San Vito Lo Capo.
Inoltre, il turista potrà essere incuriosito dalla vicenda che abbraccia la Stele d’Anchise, (eretta nel 1930) che si trova nella frazione di Pizzolungo e dove il famoso poema epico “L’Eneide” del filosofo e poeta Virgilio, narra che l’eroe troiano Enea approdò lungo queste coste quando morì il padre Anchise e dall’anno successivo giungendo nuovamente nelle medesime organizzò i giochi sportivi in memoria del padre. Per il forte legame che vi è tra Pizzolungo, storia, leggenda e realtà, la maggior parte delle vie portano i nomi di personaggi mitologici.
A calar della sera, quando la fame comincia a fare da padrona, si consiglia di soffermarsi nei suggestivi locali che circondano il paesino di San Vito Lo Capo rendendolo ancora più armonioso. Di certo, la buona cucina non mancherà.
3° giorno: ZINGARO e SCOPELLO
La terza giornata inevitabilmente dovrà essere dedicata all’escursione della Riserva dello Zingaro che esprime la sintesi dell’essenza del fascino del territorio siciliano. In questo tour in stretto contatto con la natura, la flora, la fauna, i sentieri e il mare, nel loro insieme faranno da padrona di casa che con il massimo della cordialità ospiteranno il visitatore immettendolo in scenari da mozzafiato.
La vista del visitatore spazierà dai sentieri che precipitano selvaggi su manti incontaminati di macchia mediterranea, a dirupi e strapiombi improvvisi che si affacciano su un mare da un blu molto intenso. E ancora, l’ambiente assolutamente integro e incontaminato è proprietario di una costa rocciosa che riserva piccoli angoli di paradiso naturalistico, tra le tantissime calette e grotte scavate nelle falesie che decorano di bianco l'immenso blu del mare.
Ospiti continui e ben graditi a complemento fondamentale di questa bellezza naturale dal sapore salmastro sono gli uccelli, infatti, nidificano circa 39 specie tra cui il Falco Pellegrino, l’Aquila del Bonelli, il Gheppio e altri rapaci che tra un coro e l’altro si dilettano in voli acrobatici. Senza alcuna timidezza lo scenario si apre agli occhi delle onnipresenti palme nane, regine di quest’ambiente mediterraneo, oasi privilegiata di biodiversità.
Scopello è il germoglio verso coloro che intendono visitare la Riserva in memoria di ciò che potrebbe sembrare un immaginario fiabesco. La sua bellezza è raccontata in tutta Europa e nel mondo. Le coste rocciose aprono alle proprie spalle un museo di tradizioni e di storia tipicamente mediterranea. Infatti, Scopello è legato alla vecchia tonnara e alle botteghe artigianali che ancora oggi producono ceramiche, in più, ai "Faraglioni" che sembrano dei veri e propri "Obelischi di roccia", modellati nei secoli dal mare e dal vento. I fondali nascondono un’impressionante ricchezza di vita e una serie di tonalità che mutano in base alla prospettiva e alla luce, dal blu cobalto al violetto, dal rosa all'azzurro cielo.
La terza giornata inevitabilmente dovrà essere dedicata all’escursione della Riserva dello Zingaro che esprime la sintesi dell’essenza del fascino del territorio siciliano. In questo tour in stretto contatto con la natura, la flora, la fauna, i sentieri e il mare, nel loro insieme faranno da padrona di casa che con il massimo della cordialità ospiteranno il visitatore immettendolo in scenari da mozzafiato.
La vista del visitatore spazierà dai sentieri che precipitano selvaggi su manti incontaminati di macchia mediterranea, a dirupi e strapiombi improvvisi che si affacciano su un mare da un blu molto intenso. E ancora, l’ambiente assolutamente integro e incontaminato è proprietario di una costa rocciosa che riserva piccoli angoli di paradiso naturalistico, tra le tantissime calette e grotte scavate nelle falesie che decorano di bianco l'immenso blu del mare.
Ospiti continui e ben graditi a complemento fondamentale di questa bellezza naturale dal sapore salmastro sono gli uccelli, infatti, nidificano circa 39 specie tra cui il Falco Pellegrino, l’Aquila del Bonelli, il Gheppio e altri rapaci che tra un coro e l’altro si dilettano in voli acrobatici. Senza alcuna timidezza lo scenario si apre agli occhi delle onnipresenti palme nane, regine di quest’ambiente mediterraneo, oasi privilegiata di biodiversità.
Scopello è il germoglio verso coloro che intendono visitare la Riserva in memoria di ciò che potrebbe sembrare un immaginario fiabesco. La sua bellezza è raccontata in tutta Europa e nel mondo. Le coste rocciose aprono alle proprie spalle un museo di tradizioni e di storia tipicamente mediterranea. Infatti, Scopello è legato alla vecchia tonnara e alle botteghe artigianali che ancora oggi producono ceramiche, in più, ai "Faraglioni" che sembrano dei veri e propri "Obelischi di roccia", modellati nei secoli dal mare e dal vento. I fondali nascondono un’impressionante ricchezza di vita e una serie di tonalità che mutano in base alla prospettiva e alla luce, dal blu cobalto al violetto, dal rosa all'azzurro cielo.
4°giorno: Alcamo marina/Castellammare del Golfo
La quarta giornata può essere dedicata alla visita della località balneare di Alcamo Marina distante circa 5 km dalla cittadina di Castellammare del Golfo e 13 km dalla borgata di Scopello. Questa località balneare conserva la sua particolarità per la stretta affinità che ha con il mare. La sua spiaggia caratterizzata dalla sabbia dorata e lunga circa 7 km, si pone come linea di confine tra il paesino e il mare ed è assolutamente libera e gratuita eccetto alcuni tratti, dove sono presenti alberghi, lidi, ecc. La spiaggia conserva il classico richiamo estivo dell’ombrellone, sdraio e crema solare. La tipica scenografia dei giochi estivi, delle belle nuotate, delle uscite in barca, delle escursioni e del gelato mangiato gustato sul bagnasciuga non può che rendere Alcamo Marina uno degli attori principali della stagione estiva. Inoltre, il territorio è suddiviso in diverse "zone": "Calatubo", che presenta i ruderi di un antico castello nei territori tra Alcamo e Balestrate (PA); "zona Aleccia"; "Contrada Canalotti"; "Le Catene"; "Battigia"; "Contrada Magazzinazzi", che ricongiunge Alcamo Marina alla spiaggia di Castellammare del Golfo (TP). Nei pressi della località balneare di Alcamo Marina, a pochi minuti di macchina, troviamo Castellammare del Golfo (Casteddammari in siciliano) che concentra la sua economia prevalentemente sul turismo, sulla viticoltura e la pesca. Storia e leggenda richiamano il forte legame con Castellammare del Golfo, infatti, ogni due anni si celebra la rievocazione storica dell'attacco al porto da parte degli inglesi, sventato, secondo la leggenda, dall'arrivo della Madonna di l'assicursu (Madonna del soccorso). La cittadina sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici e dà il nome all'omonimo golfo prospiciente il Castello “a mare”. Con uno scenario da mozzafiato, poco distante da Castellammare del Golfo, vi è la baia Guidaloca. Al suo interno si trova una grande spiaggia a forma d'arco formata da ciottoli, lunga circa 400 metri. Sul lato ovest della "cala" è presente una torre cilindrica risalente al XVI secolo, posta come guardiano di quel tratto di costa. Nel corso delle ricerche per individuare l'antica città di Cetaria, tra Guidaloca e Scopello furono ritrovati i resti di alcune fornaci e in prossimità della riva di Guidaloca i resti di un relitto di una nave da carico che portava colonne e altri elementi architettonici databile probabilmente ai primi secoli dopo Cristo.
La quarta giornata può essere dedicata alla visita della località balneare di Alcamo Marina distante circa 5 km dalla cittadina di Castellammare del Golfo e 13 km dalla borgata di Scopello. Questa località balneare conserva la sua particolarità per la stretta affinità che ha con il mare. La sua spiaggia caratterizzata dalla sabbia dorata e lunga circa 7 km, si pone come linea di confine tra il paesino e il mare ed è assolutamente libera e gratuita eccetto alcuni tratti, dove sono presenti alberghi, lidi, ecc. La spiaggia conserva il classico richiamo estivo dell’ombrellone, sdraio e crema solare. La tipica scenografia dei giochi estivi, delle belle nuotate, delle uscite in barca, delle escursioni e del gelato mangiato gustato sul bagnasciuga non può che rendere Alcamo Marina uno degli attori principali della stagione estiva. Inoltre, il territorio è suddiviso in diverse "zone": "Calatubo", che presenta i ruderi di un antico castello nei territori tra Alcamo e Balestrate (PA); "zona Aleccia"; "Contrada Canalotti"; "Le Catene"; "Battigia"; "Contrada Magazzinazzi", che ricongiunge Alcamo Marina alla spiaggia di Castellammare del Golfo (TP). Nei pressi della località balneare di Alcamo Marina, a pochi minuti di macchina, troviamo Castellammare del Golfo (Casteddammari in siciliano) che concentra la sua economia prevalentemente sul turismo, sulla viticoltura e la pesca. Storia e leggenda richiamano il forte legame con Castellammare del Golfo, infatti, ogni due anni si celebra la rievocazione storica dell'attacco al porto da parte degli inglesi, sventato, secondo la leggenda, dall'arrivo della Madonna di l'assicursu (Madonna del soccorso). La cittadina sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici e dà il nome all'omonimo golfo prospiciente il Castello “a mare”. Con uno scenario da mozzafiato, poco distante da Castellammare del Golfo, vi è la baia Guidaloca. Al suo interno si trova una grande spiaggia a forma d'arco formata da ciottoli, lunga circa 400 metri. Sul lato ovest della "cala" è presente una torre cilindrica risalente al XVI secolo, posta come guardiano di quel tratto di costa. Nel corso delle ricerche per individuare l'antica città di Cetaria, tra Guidaloca e Scopello furono ritrovati i resti di alcune fornaci e in prossimità della riva di Guidaloca i resti di un relitto di una nave da carico che portava colonne e altri elementi architettonici databile probabilmente ai primi secoli dopo Cristo.
5° giorno: Favignana e Levanzo (Isole Egadi)
Se la vostra vacanza non è ancora giunta alla fine, è arrivato il momento di spostarsi alle Isole Egadi per ammirare e assaporare il senso della natura pura marcata dall’imponente presenza della tipica macchia mediterranea che nelle isole si presenta come da padrona. La visita può avvenire con l’ausilio di alcune imbarcazioni private che organizzano delle minicrociere e che partono la mattina presto dal porto di Trapani e ritornano la sera. Queste minicrociere sono finalizzate a una visita veloce dei punti più entusiasmanti dell’isola di Favignana e di Levanzo. E’ previsto il pranzo in barca e le soste presso le calette più note. Di certo, se il turista desidera una sosta più lunga, allora può prendere il traghetto o l’aliscafo. Storia, cultura, avifauna e cucina renderanno Favignana e Levanzo protagoniste di questo quinto giorno. Immetteranno il turista in un viaggio caratterizzato da colori e sapori e di ciò che potrebbe fare parte di un immaginario fiabesco ma che in verità e pura realtà. Scenari da mozzafiato non mancheranno, ansi, accompagneranno il turista come dei buoni compagni di viaggio per l’intera permanenza. Il visitatore rimarrà sicuramente incantato dal coro e dai voli dei rapaci che vigilano sulle isole come dei custodi, dai colori che le caratterizzano che oscillano da un forte verde della fauna a un azzurro chiaro del mare e dalla buona cucina basata prevalentemente sul pesce come ad esempio il cuscusu, il tonno marinato, il pesce spada arrostito, il lattume di tonno fritto, la bottarga e il tonno salato.
I punti più caratteristici dell'isola di Favignana sono evidenziati dalla presenza delle tonnare che furono potenziate dalla famiglia Florio e che esaltavano l’isola come regina delle tonnare, dalle cave di tufo, dalle grotte e dall’antica tradizione della pesca del tonno, di derivazione araba e ancora dalle acque limpide e trasparenti presenti nelle più note spiagge di Lido Burrone (spiaggia sabbiosa), di Cala Azzurra (piccola spiaggia con scogli) e di Cala Rossa (scogliera). Inoltre Favignana è stata riconosciuta la terza isola più bella d’Italia secondo TripAdvisor e la spiaggia di Cala Rossa come la più bella d’Italia e la più amata dagli italiani secondo Skyscanner e Legambiente. Mentre, i luoghi più tipici della più piccola delle isole Egadi ovvero Levanzo è la Grotta del Genovese, uno dei più importanti siti archeologici d'Italia, con le sue incisioni e pitture rupestri risalenti al paleolitico superiore e ancora, Cala del Faraglione, Cala Fredda, Cala Tramontana e la più selvaggia Cala Minnola. In più, per gli appassionati d’immersioni, Levanzo offre degli itinerari di natura archeologica-subacquea molto interessanti che oscillano tra i 27 e 30 mt di profondità e che permettono di visitare resti di relitti risalenti alle guerre puniche. Sia l’isola di Favignana che l’isola di Levanzo sono sinonimi di spiagge, grotte, archeologia, cultura e attività turistiche.
Se la vostra vacanza non è ancora giunta alla fine, è arrivato il momento di spostarsi alle Isole Egadi per ammirare e assaporare il senso della natura pura marcata dall’imponente presenza della tipica macchia mediterranea che nelle isole si presenta come da padrona. La visita può avvenire con l’ausilio di alcune imbarcazioni private che organizzano delle minicrociere e che partono la mattina presto dal porto di Trapani e ritornano la sera. Queste minicrociere sono finalizzate a una visita veloce dei punti più entusiasmanti dell’isola di Favignana e di Levanzo. E’ previsto il pranzo in barca e le soste presso le calette più note. Di certo, se il turista desidera una sosta più lunga, allora può prendere il traghetto o l’aliscafo. Storia, cultura, avifauna e cucina renderanno Favignana e Levanzo protagoniste di questo quinto giorno. Immetteranno il turista in un viaggio caratterizzato da colori e sapori e di ciò che potrebbe fare parte di un immaginario fiabesco ma che in verità e pura realtà. Scenari da mozzafiato non mancheranno, ansi, accompagneranno il turista come dei buoni compagni di viaggio per l’intera permanenza. Il visitatore rimarrà sicuramente incantato dal coro e dai voli dei rapaci che vigilano sulle isole come dei custodi, dai colori che le caratterizzano che oscillano da un forte verde della fauna a un azzurro chiaro del mare e dalla buona cucina basata prevalentemente sul pesce come ad esempio il cuscusu, il tonno marinato, il pesce spada arrostito, il lattume di tonno fritto, la bottarga e il tonno salato.
I punti più caratteristici dell'isola di Favignana sono evidenziati dalla presenza delle tonnare che furono potenziate dalla famiglia Florio e che esaltavano l’isola come regina delle tonnare, dalle cave di tufo, dalle grotte e dall’antica tradizione della pesca del tonno, di derivazione araba e ancora dalle acque limpide e trasparenti presenti nelle più note spiagge di Lido Burrone (spiaggia sabbiosa), di Cala Azzurra (piccola spiaggia con scogli) e di Cala Rossa (scogliera). Inoltre Favignana è stata riconosciuta la terza isola più bella d’Italia secondo TripAdvisor e la spiaggia di Cala Rossa come la più bella d’Italia e la più amata dagli italiani secondo Skyscanner e Legambiente. Mentre, i luoghi più tipici della più piccola delle isole Egadi ovvero Levanzo è la Grotta del Genovese, uno dei più importanti siti archeologici d'Italia, con le sue incisioni e pitture rupestri risalenti al paleolitico superiore e ancora, Cala del Faraglione, Cala Fredda, Cala Tramontana e la più selvaggia Cala Minnola. In più, per gli appassionati d’immersioni, Levanzo offre degli itinerari di natura archeologica-subacquea molto interessanti che oscillano tra i 27 e 30 mt di profondità e che permettono di visitare resti di relitti risalenti alle guerre puniche. Sia l’isola di Favignana che l’isola di Levanzo sono sinonimi di spiagge, grotte, archeologia, cultura e attività turistiche.
6° giorno: Marettimo (Isole Egadi)
Indiscutibilmente non può mancare la visita alla più lontana delle Isole Egadi, l’incantevole isola di Marettimo che per la sua natura e per lo straordinario patrimonio naturalistico costituisce un mondo a sé. Rappresenta un concentrato di bellezza per lo splendore delle sue grotte e delle coste possenti che scendono a picco sulle acque dai colori cangianti e limpidi. Tra le isole dell'arcipelago è la più selvaggia, montuosa e verde, infatti, raffigura un verdeggiante paradiso naturalistico in mezzo al mare, dove il tempo sembra fermarsi.
Un ritorno indietro nel passato fa sì che i taxi prendono le sembianze degli asinelli che sui loro dorsi garantiscono il trasporto sino alle Case Romane, da cui hanno inizio diversi sentieri che attraversano tutta l'isola.
I punti più affascinanti dell’Isola sono il castello di Punta Troia che può essere raggiunto via mare o lungo un sentiero costiero che parte dal paese. Ha origine araba e fu costruito come torre di avvistamento sul promontorio di Punta Troia. In seguito Ruggero III la fece ampliare e poi gli Spagnoli eressero l'attuale castello, adibito in seguito a prigione di massima sicurezza. Salendo per il fianco della montagna, si raggiunge un piccolo agglomerato che racchiude importanti ruderi di una costruzione romana (Case Romane) e un bellissimo piccolo tempio dei primi secoli del cristianesimo, una Chiesetta Bizantina. Le grotte sono da padrone sull’isola e la più emozionante e la Grotta Del Cammello dov’è possibile entrare con la barca e raggiungere la spiaggia di ghiaia in fondo alla grotta. Fino agli anni 30 nella grotta del Cammello vivevano le foche monache che furono sterminate dall'assurda e bestiale usanza di cacciarle. E ancora, la Grotta del Tuono, la Grotta della Pipa, la Grotta del Presepio dove stalattiti e stalagmiti, hanno assunto forme somiglianti a statue del presepe poiché erosi dal mare e dal vento, e infine la Grotta Perciata così chiamata per la presenza di una grande fessura sulla parete della roccia.
Una passeggiata lungo i boschi permette al visitatore di assaporare la vera essenza della macchia mediterranea e la vista spazierà dalla presenza delle specie vegetali più rare che vivono lungo le pareti dell’isola alla presenza di quaglie, tortore, colombi, beccacce, francolini, gru, allodole, assiolo d'Europa, cicogne, martin pescatori, falchi, nibbi, corvi, barbaggianni. Il fascino di Marettimo legato alla natura incontaminata sicuramente incanterà il visitatore che avendo uno scenario davvero unico non potrà negare un bagno nelle limpide acquee.
Indiscutibilmente non può mancare la visita alla più lontana delle Isole Egadi, l’incantevole isola di Marettimo che per la sua natura e per lo straordinario patrimonio naturalistico costituisce un mondo a sé. Rappresenta un concentrato di bellezza per lo splendore delle sue grotte e delle coste possenti che scendono a picco sulle acque dai colori cangianti e limpidi. Tra le isole dell'arcipelago è la più selvaggia, montuosa e verde, infatti, raffigura un verdeggiante paradiso naturalistico in mezzo al mare, dove il tempo sembra fermarsi.
Un ritorno indietro nel passato fa sì che i taxi prendono le sembianze degli asinelli che sui loro dorsi garantiscono il trasporto sino alle Case Romane, da cui hanno inizio diversi sentieri che attraversano tutta l'isola.
I punti più affascinanti dell’Isola sono il castello di Punta Troia che può essere raggiunto via mare o lungo un sentiero costiero che parte dal paese. Ha origine araba e fu costruito come torre di avvistamento sul promontorio di Punta Troia. In seguito Ruggero III la fece ampliare e poi gli Spagnoli eressero l'attuale castello, adibito in seguito a prigione di massima sicurezza. Salendo per il fianco della montagna, si raggiunge un piccolo agglomerato che racchiude importanti ruderi di una costruzione romana (Case Romane) e un bellissimo piccolo tempio dei primi secoli del cristianesimo, una Chiesetta Bizantina. Le grotte sono da padrone sull’isola e la più emozionante e la Grotta Del Cammello dov’è possibile entrare con la barca e raggiungere la spiaggia di ghiaia in fondo alla grotta. Fino agli anni 30 nella grotta del Cammello vivevano le foche monache che furono sterminate dall'assurda e bestiale usanza di cacciarle. E ancora, la Grotta del Tuono, la Grotta della Pipa, la Grotta del Presepio dove stalattiti e stalagmiti, hanno assunto forme somiglianti a statue del presepe poiché erosi dal mare e dal vento, e infine la Grotta Perciata così chiamata per la presenza di una grande fessura sulla parete della roccia.
Una passeggiata lungo i boschi permette al visitatore di assaporare la vera essenza della macchia mediterranea e la vista spazierà dalla presenza delle specie vegetali più rare che vivono lungo le pareti dell’isola alla presenza di quaglie, tortore, colombi, beccacce, francolini, gru, allodole, assiolo d'Europa, cicogne, martin pescatori, falchi, nibbi, corvi, barbaggianni. Il fascino di Marettimo legato alla natura incontaminata sicuramente incanterà il visitatore che avendo uno scenario davvero unico non potrà negare un bagno nelle limpide acquee.
7° giorno: Isola di Mothia (Imbarcadero) - Riserva dello stagnone
Se non si è ancora soddisfatti di ciò che si è visitato, il settimo giorno può essere dedicato alla visita della costa che da Trapani conduce a Marsala lasciandosi trasportare da uno scenario davvero incantevole. L’attenzione del turista sarà sicuramente catturata dai colori delle saline e dalla riserva delle “isole dello stagnone” che rappresenta una vasta laguna comprendente San Pantaleo (l’antica Mozia), Santa Maria, Scola e l’isola Grande. La vegetazione regna padrona e con la sua spontaneità si distingue per tipologia e colore in funzione della distanza dal mare. Le zone più umide dello stagnone diventano rifugio a milioni di uccelli in migrazione dall’Africa che con i loro cori e i loro voli rallegrano i luoghi. Possiamo vedere i Fenicotteri rosa, gli Aironi cenerini, i Cavalieri d’Italia, i Gheppi e altri ancora. L’isola di Mothia è un’antica colonia fenicia ed è stata un florido centro commerciale di collegamento verso le rotte della Spagna e dell’Italia centrale. Per la sua posizione geografica è diventata centro d’interesse nel Mediterraneo, infatti, altre civiltà come i Greci e Cartaginesi volevano il predominio. Infine quando Dionisio il Vecchio quale tiranno di Siracusa l’ha conquistata, ha costretto gli abitanti a fuggire dall’isola. Mothia esprime un giusto concentrato tra paesaggio e monumenti, e a seguito di alcuni scavi archeologici sono stati portati alla luce numerosi reperti fenici e la statua del “Giovinetto con Tunica” rinvenuta nel 1979. Tutti i ritrovamenti sono conservati nella Villa Whitaker divenuta museo. In questo magnifico giardino mediterraneo uno dei luoghi più affascinanti da ammirare sono la necropoli, i mosaici, il “Tophet”, area sacra, dove si effettuavano sacrifici umani in onore di Baal e di Astarte, il “Choton”, piccolo porto artificiale usato probabilmente per il carico e lo scarico delle merci, la casa dei mosaici e numerosi resti che arricchiscono l’isola. L’isola può essere serenamente raggiunta tramite delle imbarcazioni private o tramite delle canoe o pedalò che possono essere noleggiate presso il villaggio turistico che si trova nelle vicinanze. Certamente, Mothia regalerà dei giusti momenti d’incanto agli spettatori amanti della storia e della natura che potranno ricostruire, seduti sulle panchine di legno site nelle piccole calette in mezzo al mare e con un po’ di immaginazione come dei veri protagonisti, le avventure che avvolgono l’isola incantata.
Se non si è ancora soddisfatti di ciò che si è visitato, il settimo giorno può essere dedicato alla visita della costa che da Trapani conduce a Marsala lasciandosi trasportare da uno scenario davvero incantevole. L’attenzione del turista sarà sicuramente catturata dai colori delle saline e dalla riserva delle “isole dello stagnone” che rappresenta una vasta laguna comprendente San Pantaleo (l’antica Mozia), Santa Maria, Scola e l’isola Grande. La vegetazione regna padrona e con la sua spontaneità si distingue per tipologia e colore in funzione della distanza dal mare. Le zone più umide dello stagnone diventano rifugio a milioni di uccelli in migrazione dall’Africa che con i loro cori e i loro voli rallegrano i luoghi. Possiamo vedere i Fenicotteri rosa, gli Aironi cenerini, i Cavalieri d’Italia, i Gheppi e altri ancora. L’isola di Mothia è un’antica colonia fenicia ed è stata un florido centro commerciale di collegamento verso le rotte della Spagna e dell’Italia centrale. Per la sua posizione geografica è diventata centro d’interesse nel Mediterraneo, infatti, altre civiltà come i Greci e Cartaginesi volevano il predominio. Infine quando Dionisio il Vecchio quale tiranno di Siracusa l’ha conquistata, ha costretto gli abitanti a fuggire dall’isola. Mothia esprime un giusto concentrato tra paesaggio e monumenti, e a seguito di alcuni scavi archeologici sono stati portati alla luce numerosi reperti fenici e la statua del “Giovinetto con Tunica” rinvenuta nel 1979. Tutti i ritrovamenti sono conservati nella Villa Whitaker divenuta museo. In questo magnifico giardino mediterraneo uno dei luoghi più affascinanti da ammirare sono la necropoli, i mosaici, il “Tophet”, area sacra, dove si effettuavano sacrifici umani in onore di Baal e di Astarte, il “Choton”, piccolo porto artificiale usato probabilmente per il carico e lo scarico delle merci, la casa dei mosaici e numerosi resti che arricchiscono l’isola. L’isola può essere serenamente raggiunta tramite delle imbarcazioni private o tramite delle canoe o pedalò che possono essere noleggiate presso il villaggio turistico che si trova nelle vicinanze. Certamente, Mothia regalerà dei giusti momenti d’incanto agli spettatori amanti della storia e della natura che potranno ricostruire, seduti sulle panchine di legno site nelle piccole calette in mezzo al mare e con un po’ di immaginazione come dei veri protagonisti, le avventure che avvolgono l’isola incantata.
Tour di Terra in provincia di Trapani
1° giorno: TRAPANI
Arrivati a Trapani, dopo la sistemazione presso le strutture desiderate, si consiglia di scendere nelle suggestive vie del centro storico e ammirando le architetture civili, religiose e militari, di inoltrarsi in lungo e in largo nelle incantevoli vicende che avvolgono il territorio rendendolo davvero unico. Infatti, le vicende della città di Trapani sono molto avvincenti e ricche di avvenimenti, piene di conquiste e desideri. La posizione geografica l’ha resa luogo d’incontro di moltissime culture, difatti, Trapani è stata spesso protagonista di numerose battaglie e conquiste e tra torti e ragioni ogni civiltà, sia dominante sia dominata, piantava la propria impronta.
Il visitatore recandosi presso la piazza dell’ex “mercato del pesce” dove si trova la fontana che raffigura la Venere Anadiomene, può ben notare un porticato ad archi dove all’apice risiede come sovrano lo stemma della Città di Trapani. E’ sufficiente soffermarsi e socchiudere gli occhi e lasciarsi trascinare dall’immaginazione per rivivere parte della storia che viene anticipata in ciò che nello stesso stemma viene raffigurato. Il blasone immortala la falce che caratterizza la forma del territorio e le cinque Torri che difendevano il nucleo delle città dai popoli invasori: Torre Pali, oggi scomparsa; Torre Vecchia; Torre di Porta Oscura; Torre del Castello di Terra; Torre Peliade o Castello di Mare detta anche "Colombaia". Il ponte con i tre archi rappresenterebbe le antiche porte di accesso alla città, invece altre interpretazioni ritengono che sia l'antico acquedotto che collegava il centro urbano alle sorgenti di campagna lungo il tratto di strada che prende oggi il nome di via Archi.
Se il visitatore in più ha il piacere di fare un salto nella mitologia, allora, gli occorre sapere che le origini di Trapani affondano nei miti e nelle leggende e vogliono che una falce caduta dalle mani di Cerere oppure di Saturno, si trasformò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse poi la città, per tale forma detta appunto Drépanon ("falce" in greco antico), oppure nata da un romanticismo puro dettato dall'amore sorto tra il Cielo e il Mare. Mentre, ritornando dalla storia mitologica a quella classica si rammenta che il territorio trapanese subì l’influenza Cartaginese (la Battaglia di Trapani 249 a.C.). In quest’epoca furono eretti il Castello di Terra, la Torre Pali e la Torre Peliade o Colombaia al fine di fortificare la città. Alcuni anni dopo i Romani sconfissero i Cartaginesi nella Battaglia delle Isole Egadi 241 a.C latinizzandone il nome in Drepanum. Dopo i romani, la città è stata dominata dai Vandali, dai Bizantini, dagli Arabi e dai Normanni. Inoltre, Trapani fu soggetta all’influenza del Regno Borbonico in cui si è proceduto alla bonifica di alcune aree della città e al suo sviluppo urbanistico. In questo periodo i trapanesi si sono dedicati al commercio e all’industria del sale e alle tonnare. Infine, subì l’influenza del periodo fascista che dopo la venuta di Mussolini, lo stesso decise di fare trasferire il prefetto Cesare Mori. E ancora, fino ad arrivare all’età contemporanea.
Il forte legame che Trapani ha con il mare ha dato origine a una dedica “a Nunzio Nasi: Trapani fedelissima di fronte al mare donde comincia l’Italia”…Nunzio Nasi (Trapani, 2 aprile 1850 – Erice, 17 settembre 1935) è stato un politico italiano, deputato e più volte ministro del Regno d'Italia. Tutto questo viene raccontato tramite la visita della città, delle architetture più note come la Chiesa e Collegio dei Gesuiti, Basilica - Santuario di Maria Santissima Annunziata, Chiesa di Sant’Agostino, Chiesa del Purgatorio, Cattedrale di San Lorenzo, il Lazzaretto, Palazzo della Giudecca, Villino Nasi, Palazzo Cavarretta, Palazzo D’Alì, Palazzo della Vicaria, il Bastione dell’Impossibile, il Bastione dell’Imperiale, il Bastione Conca, Porta Botteghelle, Porta Ossuna, dei Castelli di cui sopra, e tante altre ancora.
Ecco perché vedere il territorio di Trapani … poiché odorando, ascoltando e ammirando ogni singolo mattone della città si viene ad apprezzare la cultura storica trapanese attraverso cui è possibile osservare quella del Bel Paese ovvero quella Nostra.
Questo primo giorno sarà all’insegna della storia, della leggenda e della realtà e quali protagonisti del primo itinerario regaleranno al visitatore sicuramente un momento davvero indimenticabile.
Arrivati a Trapani, dopo la sistemazione presso le strutture desiderate, si consiglia di scendere nelle suggestive vie del centro storico e ammirando le architetture civili, religiose e militari, di inoltrarsi in lungo e in largo nelle incantevoli vicende che avvolgono il territorio rendendolo davvero unico. Infatti, le vicende della città di Trapani sono molto avvincenti e ricche di avvenimenti, piene di conquiste e desideri. La posizione geografica l’ha resa luogo d’incontro di moltissime culture, difatti, Trapani è stata spesso protagonista di numerose battaglie e conquiste e tra torti e ragioni ogni civiltà, sia dominante sia dominata, piantava la propria impronta.
Il visitatore recandosi presso la piazza dell’ex “mercato del pesce” dove si trova la fontana che raffigura la Venere Anadiomene, può ben notare un porticato ad archi dove all’apice risiede come sovrano lo stemma della Città di Trapani. E’ sufficiente soffermarsi e socchiudere gli occhi e lasciarsi trascinare dall’immaginazione per rivivere parte della storia che viene anticipata in ciò che nello stesso stemma viene raffigurato. Il blasone immortala la falce che caratterizza la forma del territorio e le cinque Torri che difendevano il nucleo delle città dai popoli invasori: Torre Pali, oggi scomparsa; Torre Vecchia; Torre di Porta Oscura; Torre del Castello di Terra; Torre Peliade o Castello di Mare detta anche "Colombaia". Il ponte con i tre archi rappresenterebbe le antiche porte di accesso alla città, invece altre interpretazioni ritengono che sia l'antico acquedotto che collegava il centro urbano alle sorgenti di campagna lungo il tratto di strada che prende oggi il nome di via Archi.
Se il visitatore in più ha il piacere di fare un salto nella mitologia, allora, gli occorre sapere che le origini di Trapani affondano nei miti e nelle leggende e vogliono che una falce caduta dalle mani di Cerere oppure di Saturno, si trasformò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse poi la città, per tale forma detta appunto Drépanon ("falce" in greco antico), oppure nata da un romanticismo puro dettato dall'amore sorto tra il Cielo e il Mare. Mentre, ritornando dalla storia mitologica a quella classica si rammenta che il territorio trapanese subì l’influenza Cartaginese (la Battaglia di Trapani 249 a.C.). In quest’epoca furono eretti il Castello di Terra, la Torre Pali e la Torre Peliade o Colombaia al fine di fortificare la città. Alcuni anni dopo i Romani sconfissero i Cartaginesi nella Battaglia delle Isole Egadi 241 a.C latinizzandone il nome in Drepanum. Dopo i romani, la città è stata dominata dai Vandali, dai Bizantini, dagli Arabi e dai Normanni. Inoltre, Trapani fu soggetta all’influenza del Regno Borbonico in cui si è proceduto alla bonifica di alcune aree della città e al suo sviluppo urbanistico. In questo periodo i trapanesi si sono dedicati al commercio e all’industria del sale e alle tonnare. Infine, subì l’influenza del periodo fascista che dopo la venuta di Mussolini, lo stesso decise di fare trasferire il prefetto Cesare Mori. E ancora, fino ad arrivare all’età contemporanea.
Il forte legame che Trapani ha con il mare ha dato origine a una dedica “a Nunzio Nasi: Trapani fedelissima di fronte al mare donde comincia l’Italia”…Nunzio Nasi (Trapani, 2 aprile 1850 – Erice, 17 settembre 1935) è stato un politico italiano, deputato e più volte ministro del Regno d'Italia. Tutto questo viene raccontato tramite la visita della città, delle architetture più note come la Chiesa e Collegio dei Gesuiti, Basilica - Santuario di Maria Santissima Annunziata, Chiesa di Sant’Agostino, Chiesa del Purgatorio, Cattedrale di San Lorenzo, il Lazzaretto, Palazzo della Giudecca, Villino Nasi, Palazzo Cavarretta, Palazzo D’Alì, Palazzo della Vicaria, il Bastione dell’Impossibile, il Bastione dell’Imperiale, il Bastione Conca, Porta Botteghelle, Porta Ossuna, dei Castelli di cui sopra, e tante altre ancora.
Ecco perché vedere il territorio di Trapani … poiché odorando, ascoltando e ammirando ogni singolo mattone della città si viene ad apprezzare la cultura storica trapanese attraverso cui è possibile osservare quella del Bel Paese ovvero quella Nostra.
Questo primo giorno sarà all’insegna della storia, della leggenda e della realtà e quali protagonisti del primo itinerario regaleranno al visitatore sicuramente un momento davvero indimenticabile.
2° giorno: ERICE - SEGESTA
Appena svegliati, dopo aver fatto un’abbondante colazione, si consiglia di imbattersi negli incantevoli borghi medioevali più belli d’Italia situati nel Monte Erice (città della scienza e della pace). Sicuramente allo spettatore non mancherà di sentirsi trasportato all’interno di una fiaba fatata, del c’era una volta …, dove antichi Castelli, Torri, Mura, Vicoli, Chiese, Bagli, Palazzi e Giardini si presentano nel loro insieme come protagonisti di uno scenario davvero da mozzafiato. Lo stesso scenario è quello che dava origine a un personaggio mitologico che prende il nome di Erix, figlio di Afrodite e di Bute, che sicuro della sua forza e della sua qualità di pugile decise di sfidare il grande Eracle. L'incontro finì tragicamente, con la morte di Erix che fu sepolto nel tempio dedicato alla madre Afrodite a Erice (Venere Ericina), mentre il suo nome fu invece dato al Monte Erice. Il Monte Erice che sovrasta la città di Trapani, con la sua massiccia presenza si pone quasi come guardiana di quel territorio che è espressione di cultura storica trapanese e rivolgendo lo sguardo avanti e indietro la custodisce rigorosamente e gelosamente.
Il Monte Erice è ben collegato con la città di Trapani e può essere raggiunto serenamente tramite le proprie autovetture o motorini, la funivia, il pullman e anche in bicicletta e facendo trekking per gli appassionati. Raggiunta la Vetta, il visitatore potrà apprezzare i monumenti quali, le Mura ciclopiche, il Castello normanno noto come castello di Venere, il Castello e torri del Balio, il Giardino del Balio, il Castello Pepoli, il Quartiere spagnolo, e ancora, la Chiesa Duomo dell'Assunta (Matrice o Chiesa Madre), la Chiesa di san Pietro (sede del centro Ettore Majorana) e tantissimi altri … Infine, godendo di queste meraviglie del passato lo spettatore, con l’occasione, dovrà doverosamente lasciarsi andare dalla tentazione del peccato di gola per i tipici dolcetti ericini come ad esempio la classica Genovese e i Dolci di Mandorle. Terminata la visita del Monte, il turista potrà farsi trasportare in un altro scenario storico quale colosso della storia ovvero il tempio di Segesta in stile dorico e il teatro in parte scavato nella roccia della collina. Giunti alle pendici di questi monumenti quali reperti storici si avrà la sensazione di quanto si è veramente piccoli dinanzi a queste grandi meraviglie del passato. Al termine della visita il turista prima di rientrare nella propria dimora potrà soffermarsi in uno degli agriturismi del luogo per lasciarsi intrattenere dalla buona cucina tipica e dal paesaggio naturalistico che lo colora.
Appena svegliati, dopo aver fatto un’abbondante colazione, si consiglia di imbattersi negli incantevoli borghi medioevali più belli d’Italia situati nel Monte Erice (città della scienza e della pace). Sicuramente allo spettatore non mancherà di sentirsi trasportato all’interno di una fiaba fatata, del c’era una volta …, dove antichi Castelli, Torri, Mura, Vicoli, Chiese, Bagli, Palazzi e Giardini si presentano nel loro insieme come protagonisti di uno scenario davvero da mozzafiato. Lo stesso scenario è quello che dava origine a un personaggio mitologico che prende il nome di Erix, figlio di Afrodite e di Bute, che sicuro della sua forza e della sua qualità di pugile decise di sfidare il grande Eracle. L'incontro finì tragicamente, con la morte di Erix che fu sepolto nel tempio dedicato alla madre Afrodite a Erice (Venere Ericina), mentre il suo nome fu invece dato al Monte Erice. Il Monte Erice che sovrasta la città di Trapani, con la sua massiccia presenza si pone quasi come guardiana di quel territorio che è espressione di cultura storica trapanese e rivolgendo lo sguardo avanti e indietro la custodisce rigorosamente e gelosamente.
Il Monte Erice è ben collegato con la città di Trapani e può essere raggiunto serenamente tramite le proprie autovetture o motorini, la funivia, il pullman e anche in bicicletta e facendo trekking per gli appassionati. Raggiunta la Vetta, il visitatore potrà apprezzare i monumenti quali, le Mura ciclopiche, il Castello normanno noto come castello di Venere, il Castello e torri del Balio, il Giardino del Balio, il Castello Pepoli, il Quartiere spagnolo, e ancora, la Chiesa Duomo dell'Assunta (Matrice o Chiesa Madre), la Chiesa di san Pietro (sede del centro Ettore Majorana) e tantissimi altri … Infine, godendo di queste meraviglie del passato lo spettatore, con l’occasione, dovrà doverosamente lasciarsi andare dalla tentazione del peccato di gola per i tipici dolcetti ericini come ad esempio la classica Genovese e i Dolci di Mandorle. Terminata la visita del Monte, il turista potrà farsi trasportare in un altro scenario storico quale colosso della storia ovvero il tempio di Segesta in stile dorico e il teatro in parte scavato nella roccia della collina. Giunti alle pendici di questi monumenti quali reperti storici si avrà la sensazione di quanto si è veramente piccoli dinanzi a queste grandi meraviglie del passato. Al termine della visita il turista prima di rientrare nella propria dimora potrà soffermarsi in uno degli agriturismi del luogo per lasciarsi intrattenere dalla buona cucina tipica e dal paesaggio naturalistico che lo colora.
3° giorno: MARSALA
Poco distante da Trapani, il terzo giorno può essere dedicato alla visita della città di Marsala quale territorio ricco di testimonianze Puniche, Romane, Normanne, Arabe e Spagnole e oltre a quelle storiche, l’attenzione può essere dirottata all’apprezzamento delle testimonianze più attuali che riguardano l’ottimo vino e l’ottima cucina. Questo e quello arricchiscono la città di Marsala sia da un punto di vista storico che enogastronomico e sicuramente tenteranno la curiosità degli amanti della storia e del buon palato. Marsala deve il suo nome agli arabi (Marsa-Allah porto di Dio), ma il nome originario era Lilybeo, un quadrilatero attorno al quale si trovavano le mura in difesa della città con le quattro porte quali Porta Garibaldi (Portamare), Porta Nuova, Porta Mazara (distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale) e Porticella (non più visibile). Il Centro Storico, interamente isola pedonale, è caratterizzato dalla presenza del Duomo, della piazzetta Purgatorio e dalla Chiesa del Purgatorio, ma di grande importanza è anche Piazza dell'Addolorata, dove ha sede il Comune realizzato nelle forme di un antico palazzo spagnolo. Di grande prestigio è poi l’antico mercato, non solo per il suo stile arabeggiante ma anche perché la sera si trasforma in un punto di ritrovo grazie ai numerosi locali che, nelle prime ore della mattina, lasciano nuovamente il posto agli antichi banconisti sottolineando così ogni giorno un continuo passaggio tra l’antico e il moderno. Per pregustare un po’ di movida ci si può anche spostare presso la Via Garibaldi, dove c’è porta Garibaldi, che ha preso il suo nome dopo lo sbarco del Generale avvenuto nell’11 maggio 1860. E dopo una bella passeggiata in lungo e in largo per la città di Marsala, calata la sera numerosi bar, ristoranti e pub vi coccoleranno fino all’inizio di una nuova avventura nelle coste siciliane.
Poco distante da Trapani, il terzo giorno può essere dedicato alla visita della città di Marsala quale territorio ricco di testimonianze Puniche, Romane, Normanne, Arabe e Spagnole e oltre a quelle storiche, l’attenzione può essere dirottata all’apprezzamento delle testimonianze più attuali che riguardano l’ottimo vino e l’ottima cucina. Questo e quello arricchiscono la città di Marsala sia da un punto di vista storico che enogastronomico e sicuramente tenteranno la curiosità degli amanti della storia e del buon palato. Marsala deve il suo nome agli arabi (Marsa-Allah porto di Dio), ma il nome originario era Lilybeo, un quadrilatero attorno al quale si trovavano le mura in difesa della città con le quattro porte quali Porta Garibaldi (Portamare), Porta Nuova, Porta Mazara (distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale) e Porticella (non più visibile). Il Centro Storico, interamente isola pedonale, è caratterizzato dalla presenza del Duomo, della piazzetta Purgatorio e dalla Chiesa del Purgatorio, ma di grande importanza è anche Piazza dell'Addolorata, dove ha sede il Comune realizzato nelle forme di un antico palazzo spagnolo. Di grande prestigio è poi l’antico mercato, non solo per il suo stile arabeggiante ma anche perché la sera si trasforma in un punto di ritrovo grazie ai numerosi locali che, nelle prime ore della mattina, lasciano nuovamente il posto agli antichi banconisti sottolineando così ogni giorno un continuo passaggio tra l’antico e il moderno. Per pregustare un po’ di movida ci si può anche spostare presso la Via Garibaldi, dove c’è porta Garibaldi, che ha preso il suo nome dopo lo sbarco del Generale avvenuto nell’11 maggio 1860. E dopo una bella passeggiata in lungo e in largo per la città di Marsala, calata la sera numerosi bar, ristoranti e pub vi coccoleranno fino all’inizio di una nuova avventura nelle coste siciliane.
4° giorno: VALLE DEL BELICE (Grotta di Entella - Grotta di Santa Ninfa - Selinunte - Cave di Cusa)
Il quarto giorno può essere dedicato alla visita dell’entroterra siciliano in particolare la zona della Valle del Belice che sicuramente per le sue peculiarità affascinerà lo spettatore, quale amante dell’archeologica e della buona cucina. La Valle del Belice prende il suo nome dal fiume Belice, che nasce dall'unione di due rami, il Belìce destro e il Belìce sinistro. Sin dalla preistoria è stata frequentata e popolata, e oggi conserva le tracce di civilità Sicane,Elime, Fenicie e Greche, che possiamo riscontrare nella vistosa presenza di rovine e manufatti di ogni genere. Famosa è la Rocca di Entella da cui trae il nome la Riserva Naturale Integrale Grotta di Entella che si sviluppa all'interno della Rocca. Nel lontano 1968 la zona è stata devastata da un noto terremoto denominato “Terremoto del Belice”, ma nonostante ciò oggi la principale risorsa economica della Valle del Belìce è la produzione agro-alimentare e la coltivazione dell'olivo, tra l’altro l'olivo era una coltura primaria della Valle del Belìce anche nel 1600. Istituita per la tutela e la valorizzazione di un’area di grande interesse è la riserva naturale Grotta di Santa Ninfa caratterizzata dalla presenza di rocce gessose di vario tipo, tra cui i selenitici, gli alabastrini e i detritici. Questa meravigliosa Grotta è attraversata dalle acque limpide del torrente Biviere, ed è costituita da numerosi cunicoli sagomati. Santa Ninfa, da cui prende il nome l’omonima Grotta è conosciuta anche per la gastronomia a base di carni, formaggi e ricotta. Non può mancare la visita di Selinunte che nasce tra le due valli del Belice e del Modione. Rappresenta la colonia greca più occidentale della Sicilia, a diretto contatto con l'area occupata dai Cartaginesi e tutta la sua storia è condizionata da questa posizione di confine. Saccheggiata, distrutta e poi ripopolata dai profughi, fu ricostruita ma rimase disabitata già a partire dalla fine del I sec. a.C., a causa delle sue foci intasate che resero la zona malsana. Il colpo di grazia le fu però inferto da un violentissimo terremoto che, in epoca bizantina (VI-IX secolo), ridusse i suoi monumenti a un cumulo di rovine che oggi però le donano un’imponente bellezza. La prima bellezza che sarà notata dal visitatore è senza dubbio il parco archeologico di Selinunte, che si divide in 5 aree quali l’Acropoli, la Collina Manuzza, la collina orientale, la Collina Gàggera e le Necropoli. Poco distante da Selinunte si trovano poi le Cave di Cusa, che sorgono presso la caratteristica cittadina peschereccia di Mazara del Vallo. La loro caratteristica principale si deve alla massiccia presenza di calcarenite, nota roccia sedimentaria, utilizzata in particolar modo per le costruzioni di Selinunte. La serata potrà essere caratterizzata dall’intrattenimento offerto da Mazara del Vallo, con i suoi ottimi piatti a base di pesce.
Il quarto giorno può essere dedicato alla visita dell’entroterra siciliano in particolare la zona della Valle del Belice che sicuramente per le sue peculiarità affascinerà lo spettatore, quale amante dell’archeologica e della buona cucina. La Valle del Belice prende il suo nome dal fiume Belice, che nasce dall'unione di due rami, il Belìce destro e il Belìce sinistro. Sin dalla preistoria è stata frequentata e popolata, e oggi conserva le tracce di civilità Sicane,Elime, Fenicie e Greche, che possiamo riscontrare nella vistosa presenza di rovine e manufatti di ogni genere. Famosa è la Rocca di Entella da cui trae il nome la Riserva Naturale Integrale Grotta di Entella che si sviluppa all'interno della Rocca. Nel lontano 1968 la zona è stata devastata da un noto terremoto denominato “Terremoto del Belice”, ma nonostante ciò oggi la principale risorsa economica della Valle del Belìce è la produzione agro-alimentare e la coltivazione dell'olivo, tra l’altro l'olivo era una coltura primaria della Valle del Belìce anche nel 1600. Istituita per la tutela e la valorizzazione di un’area di grande interesse è la riserva naturale Grotta di Santa Ninfa caratterizzata dalla presenza di rocce gessose di vario tipo, tra cui i selenitici, gli alabastrini e i detritici. Questa meravigliosa Grotta è attraversata dalle acque limpide del torrente Biviere, ed è costituita da numerosi cunicoli sagomati. Santa Ninfa, da cui prende il nome l’omonima Grotta è conosciuta anche per la gastronomia a base di carni, formaggi e ricotta. Non può mancare la visita di Selinunte che nasce tra le due valli del Belice e del Modione. Rappresenta la colonia greca più occidentale della Sicilia, a diretto contatto con l'area occupata dai Cartaginesi e tutta la sua storia è condizionata da questa posizione di confine. Saccheggiata, distrutta e poi ripopolata dai profughi, fu ricostruita ma rimase disabitata già a partire dalla fine del I sec. a.C., a causa delle sue foci intasate che resero la zona malsana. Il colpo di grazia le fu però inferto da un violentissimo terremoto che, in epoca bizantina (VI-IX secolo), ridusse i suoi monumenti a un cumulo di rovine che oggi però le donano un’imponente bellezza. La prima bellezza che sarà notata dal visitatore è senza dubbio il parco archeologico di Selinunte, che si divide in 5 aree quali l’Acropoli, la Collina Manuzza, la collina orientale, la Collina Gàggera e le Necropoli. Poco distante da Selinunte si trovano poi le Cave di Cusa, che sorgono presso la caratteristica cittadina peschereccia di Mazara del Vallo. La loro caratteristica principale si deve alla massiccia presenza di calcarenite, nota roccia sedimentaria, utilizzata in particolar modo per le costruzioni di Selinunte. La serata potrà essere caratterizzata dall’intrattenimento offerto da Mazara del Vallo, con i suoi ottimi piatti a base di pesce.
5° giorno: RISERVA NATURALE ORIENTATA DELLE SALINE DI TRAPANI E PACECO
Il quinto giorno il visitatore potrà farsi incantare dai colori unici e avvincenti delle Saline e dei Mulini. Anche qui, storia e cultura si uniscono per rappresentare agli occhi dello spettatore un qualcosa di veramente fantastico. Secondo una tradizione storica è stato il fenicio il primo popolo che estrasse sale dai pantani che si trovavano lungo la costa occidentale e creò delle saline lungo le sponde del trapanese. Nel passato la salina è stata un’attività portante del sistema economico trapanese , tanto da determinare una cultura del sale e una primitiva industrializzazione del territorio ben inserita nell’ecosistema del mediterraneo. Un elemento importante per l’attività delle Saline era il Mulino quale struttura con grandi pale di legno ricoperte di stoffa che assumevano la funzione di vele e per la loro posizione opposta ai venti, col loro moto le pale azionavano il meccanismo per il sollevamento delle acque. In contrada Nubia, nell’area della salina Culcasi ha sede il museo delle saline sistemato nei locali attigui a un vecchio mulino restaurato. All’interno il turista ha la possibilità di ripercorrere un pezzo di storia tramite l’apprezzamento di antichi attrezzi di lavoro dei salinari che rappresentano un’attività manuale ora sempre più affiancata da moderni mezzi tecnologici. Il mulino a vento, perfettamente conservato, è oggi il biglietto da visita delle saline del trapanese, un segno della vitalità di questo antico mestiere. Questo magnifico scenario viene completato dall’incontro di una prosperosa flora adattata al tipo di ambiente particolarmente salmastro con l’avvincente presenza di circa 200 specie di uccelli tra cui molti migratori. Per dare un po’ di colore rosa al bianco delle saline non può mancare la presenza dell’elegante “fenicottero rosa”. Altresì, si consiglia prima di allontanarsi, e ancora, prima di dare un bell’arrivederci, di sostare durante il tramonto per ammirare quasi increduli un bellissimo gioco di colori che in quell’orario comincia a fare da padrone assieme al coro degli uccelli.
Il quinto giorno il visitatore potrà farsi incantare dai colori unici e avvincenti delle Saline e dei Mulini. Anche qui, storia e cultura si uniscono per rappresentare agli occhi dello spettatore un qualcosa di veramente fantastico. Secondo una tradizione storica è stato il fenicio il primo popolo che estrasse sale dai pantani che si trovavano lungo la costa occidentale e creò delle saline lungo le sponde del trapanese. Nel passato la salina è stata un’attività portante del sistema economico trapanese , tanto da determinare una cultura del sale e una primitiva industrializzazione del territorio ben inserita nell’ecosistema del mediterraneo. Un elemento importante per l’attività delle Saline era il Mulino quale struttura con grandi pale di legno ricoperte di stoffa che assumevano la funzione di vele e per la loro posizione opposta ai venti, col loro moto le pale azionavano il meccanismo per il sollevamento delle acque. In contrada Nubia, nell’area della salina Culcasi ha sede il museo delle saline sistemato nei locali attigui a un vecchio mulino restaurato. All’interno il turista ha la possibilità di ripercorrere un pezzo di storia tramite l’apprezzamento di antichi attrezzi di lavoro dei salinari che rappresentano un’attività manuale ora sempre più affiancata da moderni mezzi tecnologici. Il mulino a vento, perfettamente conservato, è oggi il biglietto da visita delle saline del trapanese, un segno della vitalità di questo antico mestiere. Questo magnifico scenario viene completato dall’incontro di una prosperosa flora adattata al tipo di ambiente particolarmente salmastro con l’avvincente presenza di circa 200 specie di uccelli tra cui molti migratori. Per dare un po’ di colore rosa al bianco delle saline non può mancare la presenza dell’elegante “fenicottero rosa”. Altresì, si consiglia prima di allontanarsi, e ancora, prima di dare un bell’arrivederci, di sostare durante il tramonto per ammirare quasi increduli un bellissimo gioco di colori che in quell’orario comincia a fare da padrone assieme al coro degli uccelli.